Cerreto Sannita
I primi decenni del Settecento, epoca del vivace barocco napoletano, rappresentarono il momento d‘oro della ceramica cerretese, con la rinascita delle antiche industrie e botteghe artigiane. Una delle prime e più illustri fornaci fu quella che il maestro napoletano Nicolò Russo impiantò in casa del magnifico Francesco Mastracchio. Vere è proprie dinastie di ceramisti furono i Fraenza, i Festa, i Marchitto e i Di Leone, le cui creazioni venivano esportate in tutto il Meridione.
Consolidata ormai l‘industria stovigliera, andavano nascendo nuove forme espressive della ceramica ed in particolare il gusto di concepire e accordare la maiolica in armonica consonanza con la decorazione plastica e la linea architettonica degli edifici. E se nel Seicento, la ceramica Cerretese è caratterizzata dall’influenza dei bianchi faentini oppure interpreta liberamente schemi d’arte in una scala cromatica che si articola dai gialli ai verdi ai blu zafferano, alla metà del Settecento, si afferma invece il chiaroscuro turchino, blu cobalto, soprattutto per i vasi da farmacia.
Con l’avvento del rococò compaiono nelle ceramiche cerretesi vivaci accostamenti cromatici per i motivi a cineserie, floreali e di influenza francese e si afferma il monocromatismo bruno-paonazzo su smalto grigio. L’ultimo momento della ceramica cerretese è contrassegnato da un ritorno all’imitazione antica, alla decorazione ad ornato neoclassico. Manufatti dell’ultimo periodo si trovano sui muri, nelle case, nelle Chiese, nelle ceramoteche.
Nel 1800, a poco a poco, le gloriose faenzere chiudevano i battenti per poi riaprirli solo agli inizi del 1970 quando nuovi e nostalgici maestri, rituffandosi nelle fonti originarie dell’arte figulina, riaccendevano quella suggestiva e valorosa avventura dell’arte meridionale che fu ed è la Ceramica Cerretese.
Cerreto Sannita
Nel cuore della Campania, è celebre per le sue ceramiche ricche di storia e dettagli intricati. Le opere ceramiche di Cerreto sono l’emblema della perfezione artigianale.